
Era il 1948 e De Gasperi vendeva queste braccia di ventenni al Belgio per un sacco di carbone, proprio pochi quintali, che servirono al miracolo economico italiano degli anni '50, quando l'Italia usciva distrutta da una guerra nella quale era entrata baldanzosa per spartirsi il bottino di guerra con Hitler, che nel frattempo avanzava vittorioso.
Oggi è tutto diverso, beninteso, ma le nostre missoni di "pace" all'estero assomigliano a quella sperata, quanto sciagurata, spartizione. Non si tratta più della spartizione di un bottino di guerra, oggi, ma della spartizione di appalti per la ricostruzione. Naturalmente per le aziende che vanno a braccetto con il premier di turno in visita ufficiale.



La casa - si fa per dire - precedente era come questa, in lamiera ondulata, ma al posto della parete verso destra aveva solo una tenda allestita da mia madre per separare la zona letto, mentre la casa successiva era ben dignitosa e sul retro c'era anche l'orto (anche se le finiture che si vedono nella foto, allora non c'erano).

Due anni fa mia madre è tornata in occasione del cinquantenario di Marcinelle e la vediamo davanti al giardino sulla Rue de Zone.

Anche Antonio Cerquarelli ha abitato qui, prima di tornare a Sassoferrato.


Sulla sinistra, dietro agli alberi, si intravede la punta di alcuni sheds (coperture a "Z"), che ricordo da bambino vedevo in fondo alle stradine dove giocavo, tempo permettendo.
Nella foto sotto si vedono gli sheds come erano allora, e ci sono anch'io, ma non sono quello che si vede in basso, perchè - mi dicono - ero ancora nella pancia di mamma: da sinistra verso destra, la mia futura comare di battesimo Gilda Cappelli, il mio futuro compare di battesimo Arnaldo Roani di Casalvento, la mia futura mamma e "126" e, in basso, Giancarlo Cappelli, figlio di Gilda e Antonio Cappelli, e mio amico d'infanzia (nel 1965 sono tornati ad Ascoli Piceno).
Con lui ho fumato la prima sigaretta a 5 anni, poi ho smesso (quasi mi strozzavo), poi ho ricominciato a 14 e smesso a 33 e ricominciato a 48 (ma col Toscano).
Il 9 luglio 2012 alle ore 06,28 Emiliano è morto all'Ospedale di Fabriano. Negli ultimi anni aveva letto una gran quantità di libri, specie in inverno, per i quali usava come segnalibro una stecca di legno e, per evitare che cadesse, cingeva il libro con un elastico.